Renato Sarpieri, una vita a “dare indicazioni”
«Per la Nove Colli dobbiamo piazzare e mettere giù più di 1000 cartelli, iniziamo il venerdì pomeriggio prima della corsa e finiamo il sabato sera, giusto in tempo», è questa la frase che riassume alla perfezione il lavoro e la dedizione al suo compito di Renato Sarpieri, 75 anni, ufficialmente pensionato ma in realtà impegnato nell’organizzazione della Nove Colli come volontario con un compito che è quasi una missione.
«Mi occupo del posizionamento sul tracciato di tutta la segnaletica dal 1990: sono sempre stato appassionato di bicicletta e ho corso per 5 volte la Granfondo prima di capire che c’era troppo bisogno di aiuto nell’organizzazione e “sacrificare” un po’ del mio divertimento per quello dei tanti cicloamatori che ogni anno ci scelgono».
Renato è un esperto di un lavoro certosino che richiede mesi di preparazione e contribuisce alla buona riuscita di una corsa dai numeri così importanti.
«Il lavoro preparatorio dura circa tre settimane e il lavoro è intenso perché dobbiamo occuparci della segnaletica che fornisce indicazioni ai corridori ma anche di quella informativa per i cittadini, e dei ringraziamenti ai vari comuni ed enti che ci supportano. Bisogna fare tutto con attenzione e non sbagliare, partiamo con due pulmini e ci dividiamo il territorio da coprire».
Ora che non la corre più la curiosità di sapere cosa fa Renato il giorno della corsa è tanta. «Lavoro, perché con un pulmino rimaniamo dietro al fine corsa e raccogliere la segnaletica che ormai non serve più e il giro poi lo completiamo il lunedì successivo alla corsa “pulendo” tutto. La mia Nove Colli finisce quando carico l’ultimo cartello. Alla partenza sono sempre sul “Ponte del Gatto” per controllare le griglie perché anche quelle hanno bisogno di molta segnaletica».
Renato è un grande conoscitore della corsa e ha preso parte anche ai suoi mutamenti nel corso del tempo.
«Ero uno dei membri del consiglio quando ancora passavamo da Cesena e mi ricordo che insieme ad Arrigo Vanzolini che era presidente trovammo una soluzione per cambiare in meglio percorso. Cosa sogno adesso per la Nove Colli? Un bel ricambio generazionale per permettere a questa tradizione di andare avanti».